Oggi vi sveliamo un segreto. Mettetevi comodi.

Il vero nome di “IO POSSO” non è “IO POSSO” ma… “2HE”.

Sconvolti, vero? Calma, possiamo spiegare tutto!

Ricominciamo da capo.

Erano i primi mesi del 2015 e un gruppo di amici si era ritrovato attorno a Gaetano per realizzare il suo sogno di un accesso al mare gratuito per i malati si SLA e le persone con altre disabilità. L’ambiziosità del progetto andava di passo con la nostra fretta: volevamo fare di tutto per aprire i battenti quella stessa estate. Il gruppo aveva bisogno di darsi un nome e lo slogan “IO POSSO” era quello che meglio esprimeva la nostra identità, quindi sapevamo che ci saremmo chiamati così. Ma quando abbiamo fatto il calcolo dei tempi necessari per fondare una nuova associazione, farci riconoscere dall’Agenzia delle Entrate e attivare tutti i circuiti di pagamento per raccogliere le donazioni ci siamo resi conto che tutto questo non ci avrebbe permesso di essere pronti a partire subito col fundraising.

Ma… Giusto un anno prima, sette donne intraprendenti (Francesca Baldassarre, Simona De Santis, Teresa Fiorita, Barbara Piccinni, Giorgia Rollo, Eleonora Stanca e Michela Tunno) avevano dato vita ad una associazione di Promozione Sociale (APS) chiamata “2HE – Center for Human Health and Environment”. Diverse socie fondatrici erano nel gruppo di IO POSSO e, visto che l’associazione aveva tra le sue finalità statutarie anche interventi sociali, e che era formalmente completa sul fronte burocratico (dal codice fiscale al conto corrente), l’idea fu quella di far diventare “IO POSSO” un progetto portato formalmente avanti da 2HE. E così fu.

Dal 2015 l’associazione è cresciuta, ha rinnovato più volte il Consiglio Direttivo e ha seguito una revisione dello Statuto che nell’articolo 1 ora dice “anche conosciuta come associazione IO POSSO”.

Perché, al di là dei nomi tecnici e degli statuti, noi restiamo sempre “gli iopossini”.