“Grazie per averci fatto sentire una famiglia normale”
(un ospite dell’estate 2022)

C’è chi odia sentirsi “troppo uguale” agli altri e cerca in ogni modo di distinguersi. Per esempio, pagando un sovrapprezzo per ottenere dei “servizi esclusivi”: riservati a pochi fortunati che se li possono permettere, status symbol che denotano l’appartenenza ad un’élite, ad un gruppo di privilegiati che non hanno piacere di confondersi con la massa.

Noi invece incontriamo tante persone stanche di sentirsi “troppo diverse” dagli altri, che cercano in ogni modo di appartenere al corpo sociale. E che, spesso, devono ingiustamente pagare per ottenere dei “servizi inclusivi”: qualcosa di garantito a chi ne ha bisogno, servizi fondamentali per sentirsi appartenenti ad una comunità. Persone stanche di essere guardate come “diverse” o “strane” che, invece, vogliono ordinaria quotidianità.

Noi di IO POSSO abbiamo deciso di metterci a lavorare per questo secondo gruppo di persone alla luce di una parola chiave: “inclusione”. Abbiamo iniziato sin da quando ci hanno proposto di realizzare la nostra “Terrazza” in una spiaggia “più tranquilla e riservata” di quella cui Gaetano aveva pensato. Quella proposta non l’abbiamo accettata perché avrebbe potuto trasformare il lido per le persone in carrozzina in una sorta di “ghetto”; lontani dalla vista, lontani dalle attenzioni, non inclusi ma esclusi. Invece, abbiamo insistito per nascere proprio lì, al centro di San Foca, in un punto collegato con i servizi di ristorazione, i parcheggi e gli alloggi, in un punto dove chiunque passeggi sul lungomare possa sentire la musica dei nostri concerti estivi ed unirsi a ballare la pizzica con noi, dove le famiglie possano passare con i passeggini sulla nostra pedana; un punto dove a volte siamo e possiamo farci il bagno tutti insieme, con o senza carrozzine.

Ammettiamolo: vorremmo più spazio e accontentare ancora più ospiti. Ma, se questo significa perdere in inclusione, allora no: meglio “stretti” in compagnia che “larghi” e soli.

In un futuro utopico la nostra “Terrazza” potrebbe anche non esserci. Quando i lidi “normali” saranno sufficientemente inclusivi forse non ci sarà più bisogno di noi e potremo finalmente riposarci. Per il momento, sappiamo che la «Terrazza “Tutti al mare!”» resta un progetto necessario perché risponde al bisogno di inclusione di tanti ospiti e, con tutti i nostri limiti, vogliamo continuare ad esserci.